Contatta Il Nastrone

 

Registratori professionali

Difficile dire brevemente in cosa un registratore professionale differisce da un consumer. Sintetizzando al massimo potrei dire in tutto: dai principali parametri audio fino all'aspettativa di vita utile, nulla escluso.

La prima cosa che colpisce in una macchina professionale è la mancanza di fronzoli e ninnoli che caratterizzano i vari apparecchi consumer: niente scritte che decantano le caratteristiche della macchina (anche quelle più ovvie), estetica essenziale, strumenti grandi e ben visibili, pannello di comando essenziale e funzionale ad un uso intensivo. Questi apparecchi erano infatti nati per produrre la musica e non per ascoltarla in salotto, quindi dovevano rispondere alle esigenze operative dei tecnici di studio più che alle logiche di mercato e della concorrenza.

Tastiera e contatore di uno Studer A810. Essenziale, intuitiva e completa.

Dovendo servire alla creazione dei nastri master dai quali sarebbero derivate poi tutte le copie commerciali su vinile, cassetta e per molti anni anche su CD, le prestazioni dovevano essere allo stato dell'arte indipendentemente dal costo della macchina e dal costo di esercizio. Un registratore professionale poteva costare anche svariate decine di milioni di lire (siamo nei primi anni 80, quindi come un piccolo appartamento), lavorare anche 10 ore al giorno e macinare chilometri e chilometri di nastro alla velocità di 38 o 76 cm/s.

Questo obbligava i costruttori a realizzare macchine estremamente affidabili, oltre che performanti: nessuno studio avrebbe mai acquistato un registratore bisognoso di manutenzione e di ore di "fermo macchina" ogni settimana. Perciò aprendo un registratore professionale si rimane letteralmente basiti di fronte alle dimensioni delle parti meccaniche (motori, freni, etc... ), alla loro robustezza ed alla incredibile quantità di elettronica presente, solitamente realizzata con componentistica di prima qualità.

Messi a confronto con un registratore domestico, anche di elevata qualità, la prima cosa che salta all'orecchio è il livello di soffio di fondo incredibilmente basso. Questo è dovuto a vari fattori: l'elettronica sofisticata, la diversa qualità del nastro che di solito si usa con questi apparecchi, ma soprattutto le testine che permettono di magnetizzare il nastro a livelli che per un consumer sarebbero semplicemente impensabili, anche +15dB pur mantenendo gli stessi valori di distorsione armonica. Per inciso, a livelli di registrazione più "umani" la distorsione risulta 1/3 o anche meno di quella di una tipica macchina per uso domestico.

Testine Studer butterfly, in grado di sopportare corrente e flusso magnetico anche 10-15dB oltre il livello delle testine comuni.

Altra fondamentale differenza tra un registratore domestico ed uno da studio sta nella linearità della risposta in frequenza: non è difficile, se la taratura è ben fatta, arrivare a calori di non linearità in banda utile anche inferiori a 0.25dB, contro i +/- 2dB dichiarati dalla maggior parte delle apparecchiature di livello inferiore.

Infine abbiamo il sistema di trasporto del nastro, spesso gestito da microprocessori (uno o più) che si occupano di mantenere costanti velocità e sforzo meccanico sul nastro per minimizzare wow e flutter fino a valori assolutamente inavvertibili all'ascolto.

Meccanica di uno Studer A812, direttamente accessibile togliendo le poche viti che fissano il pannello superiore.

Si aggiungono poi funzioni particolari, magari poco utili per l'ascolto ma fondamentali in fase di montaggio e produzione: locator multipli con precisione al decimo di secondo, doppio contatore, velocità variabile e programmabile, impostazione dei parametri dell'elettronica (bias, livelli, etc...) tramite tastiera e display in luogo dei soliti trimmer, e molto altro.

Oggi queste meraviglie della tecnica possono essere acquistate a prezzi tutto sommato accettabili (anzi, con il metro degli audiofili hi-endisti addirittura per una miseria: ci sono cavi che costano più di uno Studer... ) e permettono ai loro proprietari di godere di una qualità di ascolto eccelsa, superiore a qualsiasi altro tipo di supporto analogico o digitale.

 

STUDER A810  
A810: probabilmente è lo Studer più ricercato al momento, a causa delle dimensioni relativamente modeste (più o meno come un qualsiasi altro RtR) che tuttavia non ne limitano prestazioni o versatilità. Nelle intenzioni del costruttore doveva essere un modello da studio che però poteva anche essere trasportato, magari dentro un flight case, e usato "sul campo". Può essere assemblato in versione verticale monoblocco, come nella foto, ma è possibile anche montarlo in orizzontale su carrello e spostare i due moduli con la strumentazione e i controlli di canale sul classico meter bridge in alto.
La macchina condivide l'elettronica audio e le testine dei modelli superiori, mentre la parte di controllo della meccanica è meno sofisticata pur essendo sempre a livelli di assoluta eccellenza, con motore principale controllato a quarzo con PLL e motori delle bobine servoassistiti tramite sensori di posizione (precisissimi) sui braccetti.
Praticamente all'interno i trimmer si contano sulle dita di una mano: i parametri operativi della sezione audio (bias, equalizzazioni, livelli, etc...) si programmano tramite una tastiera che sta dietro il pannello dei comandi (nella foto parzialmente sollevato) con l'aiuto del display del contatore che permette di seguire l'operazione. La macchina opera a 4 velocità, da 9.5 a 76 cm/s con equalizzazione sia NAB che CCIR; per ogni velocità ed ogni equalizzazione tutti i parametri dell'elettronica vengono programmati separatamente, con la possibilità di definire due set di calibrazioni indipendenti per usare vari tipi di nastro.   Tutta la gestione del sistema è affidata ad una scheda dotata di microprocessore Motorola 68HC03 (comunissimo negli anni 80); la conservazione dei parametri di configurazione è garantita da una memoria CMOS alimentata da una batteria tampone che va sostituita ogni 10 anni.
Se ben tarato sul nastro, l'ascolto è semplicemente sorprendente: monitorando la registrazione in corso a confronto con il segnale entrante sembra che la macchina non esista proprio: il segnale in uscita è sostanzialmente indistinguibile da quello in entrata, al massimo si riesce a percepire un lieve soffio di fondo nei passaggi più bassi, ma un rapporto s/n di 70dB è ben superiore a qualsiasi esigenza domestica e soprattutto a qualunque registratore consumer. Prestazioni eccezionali, vero, ma non bisogna dimenticare che questo oggetto serviva per PRODURRRE i dischi, non per ascoltare musica in casa. Anche perchè diciamocelo chiaramente: quanti audiofili del 1980 e rotti potevano permettersi di spendere 25 milioni di lire per un registratore ?

 

STUDER A812
E' la versione da studio dell'A810, con la stessa elettronica audio ed un sistema di trasporto del nastro e gestione generale della macchina molto più sofisticato.
La programmazione dei parametri audio viene visualizzata da un display dedicato, nascosto insieme alla relativa tastiera dietro uno sportellino ribaltabile sulla parte destra del pannello superiore. Oltre a bias, equalizzazione e livelli possono essere ridefinite le funzioni di molti tasti e svariate modalità operative della macchina, inoltre è possibile programmare con precisione la velocità di avvolgimento veloce in metri al secondo e la coppia dei motori delle bobine, per ogni esigenza di trattamento del nastro. Interessante la presenza di una manopola di jog and shuttle e di un sofisticatissimo varispeed agganciato al clock quarzato dei microprocessori tramite il quale si può impostare qualsiasi velocità di riproduzione in ips.
L'elettronica è interamente gestita da microprocessori e l'intelligenza interna è distribuita tra varie unità di controllo: una si occupa dell'interfaccia utente e della sezione audio, una del controllo della meccanica, una del motore capstan e una quarta dei motori delle bobine. I vari microprocessori (Motorola 68HC03 con RAM e EPROM esterne) comunicano tra di loro tramite un bus seriale e i dati principali sono salvati in una memoria CMOS con batteria di backup.
Dimensioni e peso (circa 80Kg) obbligano al montaggio su carrello; impossibile utilizzare questo registratore in verticale. Da notare che può ospitare bobine fino a 12 pollici di diamtero. L'estetica si integra molto bene in un ambiente moderno, possiamo quindi dire che questo registratore ha un WAF (Wife Acceptance Factor) molto elevato.

Prova dello Studer A812

 

NAGRA T AUDIO
Nagra T: un concentrato di tecnologia e precisione assoluta. Anch'esso interamente computerizzato, ha una meccanica semplcemente unica, dotata di doppio capstan con due motori separati. L'elettronica provvede a mantenere in passo i due motori e assicura una costante tensione del nastro sulle teste. Come si può vedere dalla foto, questa macchina dispone di una console di comando piuttosto complessa; la maggior parte di esse non è però interessante per l'utilizzo domestico (a meno che uno non abbia voglia di giocare e di impararsi l'uso di tutti quei tastini) e a quel punto i comandi si riducono a quelli classici di qualsasi altro registratore.
La qualità audio è, come si conviene ad un bobine da studio, a livelli estremi; alcuni sostengono che suoni un po' troppo "brillante" rispetto ad altri oggetti.
L'apparecchio è molto compatto, molto più di un A812, ed ha un aspetto più da strumentazione di laboratorio elettronico che da registratore audio.
Avendolo provato personalmente, posso dire che maneggiarlo incute un po' di soggezione...

 

AMPEX ATR100
Questa è una pubblicità Ampex relativa alla serie ATR. Queste macchine venivano prodotte in numerose versioni, da 1/4 di pollice a 2 tracce fino al 2 pollici multipista. La destinazione era assolutamente da studio, viste le dimensioni e il peso da primato (un ATR a 2 canali pesa oltre 120Kg, figuriamoci il multipista...). Una particolairtà interessante è il sofisticatissimo sistema di trasporto del nastro che, grazie ad un perfetto bilanciamento della coppia motrice delle due bobine, permette il funzionamento della macchina SENZA picnch roller (caso probabilmente unico al mondo, se si esclude qualche idea folle e mal funzionante applicata su prodotti consumer).
Per quanto riguarda le prestazioni sonore, si tratta probabilmente della macchina più performante che è possibile procurarsi oggi, superiore a Studer e Nagra. Purtroppo non è semplice trovarlo, nel tempo richiede una manutenzione accurata e quando si ha la fortuna di poterne trovare uno in perfetta efficienza bisogna davvero sborsare un bel po' di soldini. Ne vale la pena, però !

 

OTARI MX5050B
Ecco un giapponese: Otari MX5050, disponibile in varie release (la prima ha il contatore meccanico) ed anche in versione multipista con 4 o 8 canali. Costruttivamente non è al livello di uno Studer o di un Nagra, ma come suono veramente non c'è male: caldo e corposo, con un rumore di fondo molto basso ed elevata capacità di magnetizzazione.
Una caratteristica molto interessante dell'Otari MX5050 a 2 tracce è la presenza di una doppia testa di lettura, che permette la riproduzione anche dei nastri a 4 tracce. Equalizzazione selezionabile CCIR o NAB, 2 velocità a scelta tra 19-38 o 9.5-19 spostando un commutatore interno. In pratica questa macchina permette la lettura di qualsiasi tipo di nastro preinciso, un po' come il Technics 1500, di cui monta le stesse testine, ma con la doppia equalizzazione che il Technics non ha.

 

TASCAM BR20
Tascam BR20, decisamente superiore alla serie B (32B, 34B, etc...) citata tra gli apparecchi consumer. Macchina gestita da microprocessore con prestazioni all'altezza della situazione, ha stranamente una coppia di vu-meter piccolissimi e difficilmente leggibili, forse perchè pensata per essere utilizzata in unione ad un mixer o a un banco di regia.

 

UHER 4200 report monitor
Questo è - come si può vedere dalla foto - un registratore portatile con alimentazione a batterie. Ad un primo sguardo potrebbe anche sembrare un giocattolo, ma posso garantire che assolutamente NON LO E'.
Costruito interamente in metallo, pesantissimo per le ridotte dimensioni, con un piccolo motore in c.a. pilotato da un generatore di frequenza trifase, ha una meccanica non semplicissima ma comunque affidabile, nonostante le numerose cinghie e gli anelli di gomma che la infestano: recentemente ne ho acceso uno nuovo, rimasto fermo per 30 anni... ed ha fatto il suo lavoro ottimamente come se fosse stato costruito l'altro ieri.
Tre testine, vu-meter ampi e ben leggibili (gli "occhioni bianchi") usati anche per verificare lo stato di carica della batteria, quattro velocità di scorrimento del nastro da 2.38 a 19 cm/s. Le prestazioni sono di assoluto rispetto, alla pari con registratori di grosse dimensioni e in molti casi anche superiori; collegato ad un impianto hi-fi fa una gran bella figura. Unico difetto, ovviamente, la limitata durata dei nastri: una bobinetta da 13 cm (il massimo che si può montare) di nastro LP offre una durata di appena 22 minuti a 19 cm/s.
Era utilizzato per usi giornalistici e riprese audio dal vivo di concerti e su set cinematografici. Chiamato anche il "Nagra dei poveri", con riferimento ad un costosissimo modello portatile costruito da Nagra, era comunque un oggetto per poveri... decisamente ricchi, in quanto il suo prezzo si aggirava sugli 8-10 milioni di lire nei primi anni 80. Ne esistono varie versioni: 2 tracce (4200), 4 tracce (4400), monotraccia full (4000) e monotraccia half (1004), tutti molto simili tra loro.

Torna all'indice di marche e modelli