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DAT, cassette, altri formati

Il nastro magnetico, oltre che nella classica bobina aperta, è stato anche utilizzato in svariati altri formati. Ecco un breve accenno ai più importanti:

Compact cassette



Le cassette Philips sono state probabilmente il formato di nastro magnetico più usato in assoluto. Nate nel 1963, inizialmente sono state impiegate solo per l'ascolto "portatile" a causa della scadente qualità di riproduzione; in seguito lo sviluppo tecnologico dei nastri e dei registratori ha permesso di ottenere prestazioni decisamente elevate, con risposta in frequenza e rapporto s/n in grado di rivaleggiare con i registratori a bobina a 9.5 cm/s.
L'avvento del CD e delle tecnologie digitali ha portato alla dismissione dei registratori a cassette, che a partire dai primi anni 90 hanno conosciuto un declino commerciale sempre più rapido proprio quando avevano raggiunto l'apice della qualità. Attualmente le cassette sono scomparse dalla quasi totalità dei negozi, si trovano solo nastri di qualità standard (addio per sempre ai performanti tipo II e IV) e sul mercato solo pochissimi costruttori propongono ancora qualche modello di registratore, peraltro di qualità discutibile.

DAT




Il DAT è nato negli anni 80 in casa Sony per offrire un sistema di registrazione domestico con la stessa qualità del CD. La registrazione avviene con un sistema di testine rotanti simile a quello di una videocamera; il segnale audio viene convertito in digitale a 44.1KHZ/16 bit (identico al CD) oppure a 48KHz/16 bit, con un udibile incremento della qualità di riproduzione. E' stato molto usato in ambito professionale, soprattutto nei piccoli studi di registrazione che avevano la possibilità di registrare in digitale a costi accettabili.
Nel settore consumer, nonostante la disponibilità di macchine di buona qualità (Sony, Panasonic, Tascam e altri) non ha avuto il successo sperato, a causa dei costi non precisamente popolari.
La tecnologia DAT è stata - ed è tuttora - usata come sistema di backup di dati in campo informatico, grazie alla sua elevatissima affidabilità.
(Registratori DAT nella collezione)

ELCASET




Realizzato da Sony nel 1976, si trattava di un sistema di cassette con nastro da 1/4 di pollice e velocità di 9.5 cm/s. L'idea era quella di avere un sistema che unisse la qualità delle bobine con la praticità delle cassette, ma il successo commerciale fu totalmente nullo in quanto le cassette "piccole" proprio in quegli anni beneficiarono di un grande progresso tecnologico che le portò in breve tempo a raggiungere e superare la qualità dell'Elcaset con dimensioni e costi decisamente inferiori. Il sistema venne tenuto sul mercato per circa 4 anni, poi nel 1982 Sony dichiarò ufficialmente la morte dell'Elcaset che adesso è solo un bel pezzo da museo.  (Registratore Elcaset Sony EL-7).

Stereo 8

 



Il formato Stereo8 nacque a metà degli anni 60, come sistema per la riproduzione musicale in auto. La cartuccia contiene un nastro da 1/4 di pollice avvolto ad anello con registrate 8 tracce larghe ognuna circa 0.5mm, per un totale di 4 programmi stereofonici. La lettura avveniva con una testina a 2 tracce che veniva spostata in senso verticale per leggere la coppia di tracce desiderata.
Anche se pensato soprattutto per la lettura di cassette preincise, che ebbero una buona diffusione sul mercato con un notevole numero di titoli, svariate aziende costruirono anche dei registratori.
La difficoltà di posizionamento della testina per il cambio programma, dovuta per lo più ad instabilità meccaniche, oltre alla ridottissima larghezza delle tracce, impedirono al sistema di raggiungere una qualità elevata. Il sistema si estinse definitivamente alla fine degli anni 70.

DCC (Digital Compact Cassette)
 



Nel 1992 Philips lancia sul mercato una cassetta simile a quella standard, ma con registrazione digitale in formato PCM non lineare. Un punto di forza pubblicizzato doveva essere la retrocompatibilità: le macchine DCC erano in grado di leggere le vecchie cassette analogiche grazie ad una testina ausiliaria. La registrazione analogica invece non era possibile in quanto mancava lo spazio fisico per montare tutte le testine necessarie per entrambi i formati.
Per quanto tecnologicamente avanzato, il sistema non era abbastanza performante da interessare il settore professionale mentre per quello domestico risultava poco attraente in quanto la qualità delle cassette analogiche era più che soddisfacente; inoltre i costi delle macchine erano decisamente elevati, ed allo stesso tempo stavano arrivando sul mercato i primi cd-r.  Vennero prodotti anche svariati titoli preincisi che ancora oggi si possono reperire nel mercato dell'usato; ciò nonostante il sistema sparì completamente dalla circolazione dopo pochissimi anni e ad oggi riveste solo un interesse collezionistico.

Minidisc

 



E' un disco di tipo magneto-ottico, simile a quelli usati in passato come memoria di backup per computer. Di piccole dimensioni e con capacità di circa 170MB, contiene 80 minuti di audio compresso con una codifica similare alla MP3. Ha avuto un discreto successo perchè Sony, ideatrice del sistema, creò lettori e registratori per tutti gli usi, dal professionale al portatile sullo stile del Walkman.
Il sistema è stato sviluppato fino a dopo il 2000 con l'introduzione di nuovi codec che permettono di migliorare prestazioni sonore e durata di registrazione rispetto alla primitiva codifica chiamata ATRAC; tuttavia non ha mai raggiunto il successo commerciale e la diffusione capillare delle cassette, ed è stato spazzato via dalla comparsa dei registratori digitali su memory card.

Video professionale




Nastro video da 1 pollice per uso professionale e broadcast. I videoregistratori che usavano queste bobine avevano le dimensioni di una lavatrice e costavano decine di milioni, ma garantivano una qualità di immagine corrispondente al limite del sistema video CCIR - PAL usato per le comuni trasmissioni televisive analogiche. Impressionante la precisione del fermo immagine e dello slow motion ottenibili con questi apparecchi.
VTR Sony broadcast nella Collezione.

Video consumer su bobina

   

Vari formati di nastro video in bobina aperta, risalenti agli anni 60-70. Dall'alto:

  • Nastro da 1/2 pollice su bobina da 18 cm, permetteva circa 50 minuti di registrazione in bianco e nero o a colori, a seconda della macchina usata. Lo standard più diffuso era denominato EIAJ e garantiva un accettabile interscambio delle registrazioni tra costruttori e macchine diverse, ma non sono mancati apparecchi fuori standard incompatibili con il resto de mondo.
  • Nastro da 1/2 pollice su bobina da 13 cm, usato negli apparati portatili EIAJ.
  • Nastro da 1/4 di pollice per il sistema VT di Akai. Per quanto simile dal punto di vista meccanico, il normale nastro audio non deve essere assolutamente usato in questi registratori in quanto danneggerebbe le testine in pochi minuti.

Nessuno di questi formati è attualmente in uso.

VTR EIAJ nella Collezione

VTR Akai 1/4 di pollice nella Collezione


Videocassette





Da sinistra verso destra: U-Matic da 3/4 di pollice per applicazioni broadcast di media qualità, Video2000 prodotto da Philips e Grundig negli anni 80, Betamax Sony e la classica VHS tutte con nastro da 1/2 pollice.

Sotto, una rara cassetta VCR, probabilmente il primo sistema video commerciale europeo, con bobine sovrapposte ad attacco concentrico.

Anche le videocassette sono ormai in disuso, spazzate via da DVD e sistemi di registrazione digitale su file.

VCR Philips nella Collezione

LaserDisc




Per quanto non sia assolutamente un supporto magnetico, vale la pena di citare anche il LaserDisc come supporto per audio e video.
Questo è l'antenato diretto del DVD: un disco ottico con audio di qualità CD e video superiore alla videocassetta, grande come un LP a 33 giri. Questi dischi sono registrati su entrambi i lati, e alla fine del primo è necessario girarli esattamente come si deve fare con i dischi in vinile. Il lettore consentiva una rapida ricerca, slow, fast motion e fermo immagine stabili e precisi, senza i disturbi caratteristici delle videocassette.
Hanno avuto una limitatisisma diffusione di mercato a causa del costo elevato: un film costava circa 100-120.000 lire dell'epoca, come dire 200 euro oggi.

Data recording





Qualcuno ricorda gli enormi data recorder che si vedevano nei centri di calcolo degli anni 70 ? Nei film di fantascienza il computer veniva visto come una sorta di onniscente "cervello elettronico" in grado di dare la risposta giusta a qualsiasi domanda.
Ecco una bobina di nastro usata per la memorizzazione dei dati nei veri computer dell'epoca. Il nastro ha un'altezza di mezzo pollice ed è trattato in modo da sopportare le elevate velocità di scorrimento senza danneggiarsi e con un consumo ridotto delle testine.

La densità di registrazione indicata è di circa 6KB per pollice; facendo gli opportuni calcoli una di queste "pizze" poteva contenere circa 170 MB di dati grezzi; probabilmente molto meno di dati formattati.
Se messa a confronto con un qualsiasi hard disk moderno, fa quasi tenerezza.

Una nota interessante: questo tipo di nastro, ancora reperibile come "vintage informatico" a basso prezzo, può essere utilizzato nei registratori video EIAJ senza problemi.

Per chi è arrivato fin qui dal tour: la visita guidata è terminata. Potete proseguire andando a visitare la sezione storica, dove troverete una storia completa della registrazione audio e video su nastro, oppure la "botteghina delle meraviglie" con recensioni e cronache di restuari di apparecchiature di tutti i generi, la sezione musica dedicata a nastri e dischi, la collezione... in sostanza, c'è ancora da girare un bel po' se ne avete voglia.

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